Tra suggestioni e contaminazione culturale, la curiosità, l’ascolto attento e la ricerca incessante risultano il “motore primo” della creatività per chi aspira a lasciare un’impronta indelebile.
Dalla ricerca incessante all’arte della contaminazione: scopri come creativi e marketer possono generare idee brillanti attraverso libri, film, viaggi e incontri, evitando di copiare e imparando a innovare.
grafica e strategia
“Non è importante da dove si prendono le idee, ma dove le si porta.“ Questa celebre frase di Jean-Luc Godard racchiude l’essenza stessa della creatività, un processo fluido che si nutre di influenze esterne, di contaminazioni, di stimoli che vibrano dentro di noi per poi assumere nuova forma e contenuto. Per chi naviga all’interno dell’universo della comunicazione e del marketing, la creatività non è un dono che nasce nel vuoto: è il frutto di un viaggio continuo fatto di letture, di immagini, di esperienze vissute e percepite con orecchie tese e occhi sempre aperti.
Ma c’è un confine sottile da non oltrepassare: l’arte del creare non deve mai tradursi in un mero copiare. Si tratta di assorbire, reinterpretare e restituire qualcosa di diverso, nuovo, autentico. In un mondo saturo di contenuti, è l’abilità nel saper ascoltare e percepire ciò che ci circonda e nel saperlo rielaborare in chiave originale che può fare la differenza tra un contenuto che lascia il segno e uno che scivola nell’oblio.
L’arte della contaminazione: un processo vitale per creativi e marketer
Come un rabdomante che “sonda” il terreno per scoprire sorgenti d’acqua, il “buon” creativo – così come il marketer – è sempre alla ricerca: di ispirazioni, di storie, di immagini e parole che possano arricchire la sua visione del mondo e il risultato di ciò che crea. Ma questa investigazione non deve mai diventare una sterile riproduzione di ciò che già esiste; la contaminazione culturale non è un banale assemblaggio di pezzi presi “qua e là” ma la trasformazione creativa che avviene nella mente e nell’anima di chi sa vedere oltre.
“Un creatore non imita. Un creatore assorbe, rigenera, trasforma” (Oscar Wilde). È questo il potere della contaminazione: ogni stimolo è un input che, una volta filtrato dalla sensibilità di chi crea, genera output che hanno una propria identità.
Uno studio condotto da Adobe nel 2020 ha rivelato che il 62% dei creativi crede fermamente che la capacità di trarre ispirazione da fonti esterne sia fondamentale per innovare. Inoltre, un report di McKinsey mostra come le aziende che incoraggiano la contaminazione culturale e la diversità di pensiero all’interno dei propri team riescono a sviluppare strategie 35% più efficaci rispetto ai competitor che adottano approcci più convenzionali.
La forza della condivisione: le idee crescono insieme
Un altro aspetto fondamentale del processo creativo è il concetto di condivisione. Le idee non nascono né si sviluppano nel vuoto: è attraverso il confronto e l’interazione con altre persone che un pensiero si evolve e acquista maggiore profondità. Creare non significa solo attingere da varie fonti, ma anche mettere in circolo le proprie intuizioni, discuterle, migliorarle e rielaborarle attraverso il contributo degli altri.
È qui che entra in gioco il concetto di “think sharing“, la capacità di aprire le idee agli altri offrendole “in pasto” alla contaminazione. Per un creativo condividere significa non solo esporre le proprie visioni, ma anche assorbire i feedback, lasciarsi influenzare dalle prospettive altrui e rielaborare ogni contributo come un arricchimento. Non diluire, ma moltiplicare, perché le idee aperte non temono di essere sottratte: al contrario, si amplificano, si stratificano e, alla fine, generano risultati sorprendenti.
Crediamo fermamente che il confronto, lo stimolo reciproco e la contaminazione siano la chiave per una creatività autentica e innovativa, ritenendo la condivisione non solo un atto di generosità, ma uno strumento potente e un primo passo per costruire un ecosistema in cui le idee possono germogliare e fiorire.
Saper ascoltare, percepire, trasformare: la chiave per non copiare
Saper ascoltare ciò che il mondo ha da dirci è il secondo passo. Ma ascoltare non è un atto passivo; al contrario, come ci ricorda Umberto Eco, “significa anche leggere il mondo, decifrare i suoi segni“. E questo è il lavoro che ogni creativo deve saper fare: decifrare i messaggi nascosti nelle trame di un film, nelle righe di un libro, nei suoni di un concerto o negli incontri casuali durante un viaggio. Ogni esperienza diviene ispirazione e un potenziale punto di partenza per qualcosa di nuovo che, dunque, non nasce dalla replica ma da un processo di elaborazione durante il quale questi riferimenti si trasformano in contenuti unici, che portano la nostra impronta.
Per farlo, i marketer e i creativi devono nutrirsi continuamente. “Sii affamato, sii folle“, diceva Steve Jobs. E quella fame di stimoli la si può trovare ovunque: nei libri, nei viaggi, negli eventi culturali, nelle riviste, persino nelle conversazioni casuali con un amico. Ogni cosa è un rimando, ogni cosa è un ponte verso una nuova idea.
I cinque libri “ponte” di (e per) Miss Key & Mr. Wolf
Questi testi non sono solo ispirazioni occasionali, ma veri e propri riferimenti nel nostro approccio alla creatività e alla comunicazione.
Abbiamo scelto (per ora) di concentrarci sui libri, autentiche guide intellettuali che ci accompagnano nel nostro incessante percorso creativo; ogni volume selezionato non è un semplice riferimento ma un filo rosso che collega il nostro pensiero alle strategie e alle narrazioni di cui, ogni giorno, con passione e dedizione ci prendiamo cura.
- Francesco Piccolo: “Scrivere è un tic”
Questo testo ci ricorda che scrivere è, prima di tutto, un atto quotidiano, una necessità che va oltre il concetto romantico di ispirazione. Per noi di Miss Key & Mr. Wolf, capire i “tic” della scrittura significa esplorare le dinamiche nascoste dietro la creazione di contenuti, scoprire come le abitudini possono diventare strumenti per produrre narrazioni coerenti, fresche e autentiche, sempre al servizio di una comunicazione più incisiva. - Paolo Iabichino: “Scrivere civile”
Un testo che parla di responsabilità, di come il linguaggio pubblicitario e comunicativo possa e debba servire a costruire messaggi rispettosi e capaci di influenzare positivamente la società. Ogni giorno ci ispiriamo a questo concetto per creare contenuti che siano più di semplici slogan: ogni parola, ogni immagine ha un impatto e per noi è fondamentale che sia civile e consapevole, mantenendo sempre intatto l’equilibrio, necessario, tra etica e creatività. - Raymond Queneau: “Esercizi di stile”
Questo libro è una celebrazione della variazione e della reinvenzione, due aspetti chiave nella nostra creatività. Queneau ci insegna che lo stesso concetto può essere espresso in infiniti modi diversi, un principio che applichiamo costantemente nel nostro lavoro, dove adattiamo le nostre strategie comunicative ai diversi toni, stili e pubblici, con coerenza e autenticità. - Samuel Beckett: “Aspettando Godot”
In apparenza lontano dal mondo della comunicazione, questo capolavoro teatrale ci ricorda l’importanza del silenzio, dell’attesa e della gestione del tempo. Come Beckett mostra l’assurdità e l’inquietudine dell’attesa, sappiamo bene quanto, anche nella comunicazione, il non detto possa essere potente quanto il detto. La costruzione di una narrazione visiva o testuale deve sapere quanto dosare le parole e quando lasciare spazio all’immaginazione. - William Joyce: “I fantastici libri volanti di Mr. Morris Lessmore”
Un’opera che parla del potere trasformativo dei libri e della narrazione: una metafora perfetta del nostro lavoro. Ogni brand ha la sua storia e il nostro compito è quello di insegnarle a volare. Come i libri “volanti” di Morris Lessmore, vogliamo che le storie che creiamo abbiano la capacità di prendere vita lasciando un segno duraturo, con una forza comunicativa che sappia andare lontano, oltre le pagine o lo schermo.
L’ispirazione non si esaurisce qui.
Essa si manifesta ovunque: tra le note di una melodia che riecheggia, attraverso il rought designer che sovverte le regole del gusto, all’interno di pagine di riviste che raccontano il mondo con una prospettiva sempre nuova, nascosta tra link che aprono finestre su orizzonti inediti e persino in luoghi che, con la loro “aura unica”, ci invitano a una riflessione più profonda.
Seguiranno dunque nuove suggestioni, perché la nostra curiosità non aspetta che arrivi Godot. Parleremo di musica, di design, di riviste e di quegli spazi fisici e virtuali che alimentano il nostro pensiero. Perché la contaminazione creativa è il motore stesso della nostra visione, ed è nel dialogo continuo tra influenze che la vera innovazione prende vita.