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Miss Key & Mr. Wolf | Blog | L’importanza di saper raccontare la propria storia: la verità che crea connessioni

Dal piccolo studio professionale alla grande azienda: perché raccontare in modo vero e coerente la propria storia è essenziale nel marketing moderno

Ogni azienda ha una storia da raccontare e saperlo fare nel modo giusto è oggi più importante che mai.

grafica e strategia
articolo dell'agenzia grafica e creativa di Castelfranco Veneto Miss Key & Mr. Wolf sull'importanza della narrazione nella content creation aziendale

Immagina di entrare in una piccola bottega sotto casa. La proprietaria ti accoglie con un sorriso, raccontandoti come ogni prodotto sia realizzato a mano, con cura e dedizione. Immediatamente percepisci, “respiri” l’autenticità e la passione che si celano in ogni dettaglio. È questa la magia del racconto. È ciò che trasforma un semplice acquisto in una connessione emotiva. Ma questa non è una pratica riservata solo alle botteghe o agli artigiani. Ogni azienda, che si tratti di una multinazionale o di un piccolo studio professionale, ha una storia da raccontare e saperlo fare nel modo giusto è oggi più importante che mai.

La narrazione come leva strategica

Viviamo in un’epoca in cui i “consumatori” (non più solo tali) sono molto più consapevoli rispetto agli anni del marketing cosiddetto aggressivo. Ricordi quegli anni? Erano quelli in cui il messaggio pubblicitario gridava più forte per attirare attenzione, puntando tutto su una promessa seducente ma spesso vuota. Oggi le persone non cercano solo prodotti o servizi, ma storie in cui potersi riconoscere, valori a cui aderire e relazioni autentiche con i brand.

Paolo Iabichino, noto per la sua capacità di mettere la narrazione al centro del marketing, ci ricorda che “non si può pensare di costruire relazioni con le persone basandosi solo sul prodotto“. Il marketing non è più una gara a chi urla più forte, ma un dialogo sincero e trasparente tra azienda e pubblico.

Il consumatore consapevole: chi è oggi?

Il consumatore di oggi è informato, critico e riflessivo. La generazione che compra online, che si documenta sui social, che legge le recensioni prima di fare un acquisto, non si lascia incantare dalle promesse vuote. Cerca la verità. Vuole sapere da dove viene ciò che compra, chi lo ha realizzato, quali valori rappresenta l’azienda dietro quel prodotto o servizio.

Seth Godin, uno dei massimi esperti di marketing contemporaneo, afferma che “le persone non comprano prodotti e servizi. Comprano relazioni, storie e magia“. E ha ragione. I clienti di oggi vogliono essere parte di un viaggio, non solo spettatori passivi.

Secondo uno studio condotto da Edelman, l’81% dei consumatori ritiene che la fiducia nei brand sia un fattore decisivo nelle loro decisioni d’acquisto. E questa fiducia si costruisce raccontando storie credibili e coerenti alle persone, prima ancora che al loro “ruolo” di consumatori.

Non più consumatori, ma persone; non più target, ma comunità

Il marketing tradizionale aveva l’abitudine di vedere il pubblico come un “target”, un gruppo indistinto di consumatori a cui vendere prodotti e servizi. Oggi questo approccio è superato: non ci si rivolge più ai consumatori come se fossero entità distaccate; al contrario, ci rivolgiamo a persone con esigenze specifiche, desideri, emozioni e storie. Non esistono più “target” da colpire con pubblicità aggressive, ma comunità da ascoltare, con cui entrare in contatto, condividendo valori e visioni.

Questa evoluzione richiede un cambio di paradigma: non si tratta più solo di vendere, ma di creare relazioni durature e significative con le persone che scelgono di interagire con il brand. Ecco perché la narrazione diventa fondamentale: raccontare la propria storia in modo coerente e autentico permette di costruire fiducia e legami, creando una connessione profonda tra il brand e le persone. Siglando un patto.

Il patto con le persone: mantenere le promesse

Raccontare la propria storia non è solo un’operazione di marketing. È un vero e proprio patto che si instaura con le persone. Raccontare in modo autentico e coerente significa prendersi la responsabilità di mantenere quelle promesse implicite che si fanno quando si comunica chi si è, cosa si fa e quali valori si rappresentano. Se dici che il tuo prodotto è sostenibile, lo deve essere davvero. Se affermi che i tuoi servizi sono di alta qualità, i clienti devono poterlo percepire concretamente.

Giuseppe Morici, nel suo libro Fare marketing rimanendo brave persone, spiega che “il marketing deve costruire un patto di fiducia, un patto che si basa sulla coerenza tra ciò che dici e ciò che fai“. Questo principio è più che mai valido oggi; in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale è alla portata di tutti permettendo la generazione massiva di contenuti ripetuti e ripetitivi, la trasparenza risulta essere la vera e sola moneta di scambio tra brand e persone.

L’AI può aiutare, ma la storia è sempre la tua

Perché è vero: l’intelligenza artificiale può essere uno strumento utile per velocizzare la creazione di contenuti. Chatbot, generazione automatica di testi, ottimizzazione SEO: sono tutte funzionalità che l’AI può fornire con grande efficienza. Ma c’è un aspetto su cui l’AI non può sostituire il tocco umano: l’autenticità. Solo tu puoi raccontare la storia della tua azienda con quella profondità e verità che le persone cercano. L’AI può aiutarti a distribuire i contenuti più rapidamente, ma la sostanza deve venire da te. La storia deve essere vera, coerente con i valori e le promesse che il tuo brand rappresenta.

Gianrico Carofiglio, noto scrittore italiano, una volta disse: “Il potere della narrazione sta nella capacità di dare senso all’esperienza“. E nel marketing, è proprio questo dare senso a ciò che fai che può fare la differenza, qualunque sia la “dimensione” della tua azienda.

Storie per ogni tipo di azienda

Che si tratti di una holding o di una piccola bottega artigianale, la necessità di raccontare una storia credibile non cambia. Ogni azienda ha il suo DNA, una serie di valori che la distinguono e che devono essere comunicati in modo coerente su tutti i canali, sia online sia offline.

Immagina una piccola caffetteria che racconta sui social media come il caffè sia acquistato direttamente dai coltivatori, con un processo sostenibile e etico e attraverso un afiliera controllata. I clienti apprezzeranno la trasparenza e si sentiranno coinvolti in una causa più grande, andando oltre il semplice piacere del caffè. Lo stesso varrà per un grande brand di moda che decida di puntare su una produzione eco-friendly: è fondamentale che questa narrazione sia supportata da fatti concreti e che si rifletta in ogni aspetto dell’azienda, dall’etichettatura alla comunicazione pubblicitaria, dal tone of voice alle rappresentazioni iconografiche.

Lavorare sui contenuti: testi e immagini

Dunque, raccontare la propria storia in modo efficace richiede un lavoro attento sui contenuti, sia testuali sia visivi. Ogni parola, ogni immagine deve parlare lo stesso linguaggio. La coerenza è fondamentale: se stai raccontando un’azienda che si impegna nella sostenibilità, anche i visual dovranno riflettere questo impegno, attraverso – ad esempio – colori naturali, ambientazioni semplici, immagini autentiche.

Nel mondo digitale, questa coerenza deve essere ancora più forte. Il sito web, i social media, l’advertising online: ogni punto di contatto deve trasmettere la stessa storia, gli stessi valori, con attenzione ai minimi dettagli affinché la narrazione risulti chiara, trasparente e coerente.

articolo dell'agenzia grafica e creativa di Castelfranco Veneto Miss Key & Mr. Wolf sull'importanza della narrazione nella content creation aziendale

Oggi, più che mai, raccontare la propria storia non è solo una strategia di marketing: è un imperativo. Le aziende devono essere coerenti, credibili e trasparenti. Questo vale per ogni tipo di attività, dalla grande azienda al negozio sotto casa. Solo raccontando la verità, mantenendo il patto con i propri clienti, si possono costruire relazioni durature basate sulla fiducia.

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